sabato 17 agosto 2013

Segnaliamo #19: Come l'acqua del lago

Buongiorno carissimi miei followers =D
Oggi voglio parlarvi di un libro italiano che mi ispira tantissimo, poi si tratta di un fantasy quindi come non essere curiosa? Spero che questo libro catturi anche la vostra attenzione!!



Questa rubrica l'abbiamo voluta intitolare "Segnaliamo..." per lo scopo per la quale è nata. Sarà pubblicata ogni volta che qualche autore/autrice richiede una segnalazione della propria opera. Nasce, soprattutto, per aiutare i lettori a trovare sempre nuovi libri nostrani, i quali spesso vengono sottovalutati e allo stesso tempo per aiutare gli autori ad emergere e farsi conoscere. Spero vi possa essere di aiuto.


COME L'ACQUA DEL LAGO

AUTORE: Marco Mancini
EDITORE: Vertigo
PAGINE: 276
PREZZO: 15,90



"Come l'acqua del lago" è un racconto nel quale la fiaba e la religione si mescolano tra loro nel concreto del vivere quotidiano. Sette amici, cresciuti e divisi nell'infanzia, torneranno a ritrovarsi. Un ragazzo, venuto a conoscenza di essere stato adottato, dovrà ripercorrere una realtà dimenticata, ricostruendola su sfumati ricordi. La scoperta di essere vissuto per lunghi anni in una comoda bugia, lo porterà ad accettare l'assurdo di un mondo incantato, come una verità nuova, capace di lenire le ferite di un mondo banale. Partirà alla ricerca delle vere origini, del vero paese natio, delle motivazioni riguardo la propria adozione, e in tutto questo, scoprirà la ricerca più importante, quella di se stesso.


Marco Mancini ha 35 anni e vive a Pesaro. Lavora presso la cooperativa sociale A.L.P.HA. nel ruolo di educatore. Opera nel servizio per i disagi psichiatrici da più di dieci anni. Ama da sempre la scrittura perché la considera un modo semplice ed efficace per approfondire la conoscenza con noi stessi. Alla domanda "Da quando hai iniziato a scrivere?" risponde così: "Ho iniziato a scrivere da quando me lo hanno insegnato... da sempre... magari scrivevo il mio vissuto, cose alle quali non trovavo un senso, quindi particolarmente dolorose... e scrivendole era come viverle una seconda volta... ma l'effetto era diverso. Era come rivedere un film coi sottotitoli e poter mettere pausa quando ne sentivo il bisogno. Con questo metodo, non capivo certo il senso delle cose, ma mi aiutava ad accettarle. Ecco, una sorta di auto terapia. Se non altro, sono riuscito a capire meglio come funziono... di qui a scrivere romanzi fantastici, il passo è stato breve..."





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