venerdì 20 dicembre 2013

Il calendario dell'avvento #20: Curiosità sugli scrittori più famosi!

Ciao lettori, io oggi sono super felice *___* questa settimana mi sono arrivati i due libri che più di tutti desideravo, finalmente!!! Non vedo l'ora di leggerlo, mi sono promessa di leggere tantissimo per queste vacanze.
Comunque oggi apriremo la casella numero 20, ne mancano davvero poche!


Oggi voglio farvi leggere alcune curiosità davvero carine riguardo gli scrittori più famosi della letteratura. Magari pensate di conoscerli molto bene, ma non sapete questi piccoli particolari. Spero che vi facciano sorridere e divertire, non mi rimane che augurarvi buona lettura ^^

Ho preso le curiosità da diverse fonti sul web. 

ERNEST HEMINGWAY


Sapete il metodo di lavoro che utilizzava Ernest Hemingway? 
Specialmente negli anni vissuti alla Finca Vigia.

Una delle sue mogli aveva fatto costruire una torretta distaccata dall'abitazione vera e propria, come studio di lavoro, affinché Papa potesse lavorare in pace. Lui, però, non la utilizzò mai e preferì continuare a lavorare rimanendo nella sua camera, battendo, in piedi vicino al letto, i tasti della sua adorata macchina da scrivere: una Royal.


Desiderate conoscere il vostro futuro senza ascoltare le profezie di santoni, di maghi o peggio ancora di ciarlatani? 

Chiedetelo al nonno di Ernest Hemingway. Quell’uomo intravide il grande futuro del nipote molto prima di biografi o approfittatori del suo successo.
Il Jack Barnes di Fiesta, il Frederic Henry di Addio alle armi, il Robert Jordan di Per chi suona la campana, il Nick Adams di Grande fiume dai due cuori, o più semplicemente il grande maestro della Lost Generation, Premio Pulitzer nel 1953 e Premio Nobel nel 1954 era un predestinato e suo nonno lo capì benissimo.
Il vecchio non dovette conoscere tutti i pettegolezzi sul conto del nipote per capirlo. Non dovette frequentare le donne innamorate che gli regalavano polli e tacchini soltanto per poter stare un poco con suo nipote; come non dovette vederlo in piedi davanti a una macchina da scrivere con una bottiglia di Amarone sul comodino. Non dovette neppure assistere a qualche suo irriverente e discutibile encierro a Pamplona per sapere che era destinato alla leggenda. Per nulla! Non lo pensò neppure quando lo vide ritornare su una nave, eroe di guerra. Lo capì molto, molto prima.
Il nonno materno, infatti,aveva scommesso sul ragazzino il giorno in cui tornando da scuola all’età di sei anni gli aveva sentito dire di aver fermato un cavallo in corsa. Non aveva dubitato davanti alle parole del bambino; aveva sorriso e poi si era limitato a suggerirgli che se avesse usato la sua immaginazione per buoni motivi sarebbe diventato qualcuno. Non sbagliò.
Quindi abbiate fiducia e non abbiate timore a chiedere chi e come eravate da bambini.
Magari anche voi avete un posto nella storia. 



ISAAC ASIMOV



La curiosità e l’intraprendenza lo hanno sempre contraddistinto nella sua vita e questo di sicuro ha favorito il suo successo. Un successo forse dovuto anche alla sua intelligenza superiore alla media: non a caso per diversi anni è stato vicepresidente onorario del Mensa. 
Un uomo colto e con pochi limiti: uno dei quali quello di non reggere l’alcol e ubriacarsi facilmente. 



KEN FOLLETT

Tuttavia potremmo aggiungere che prima di arrivare al successo con il romanzo “La cruna dell’ago”, lo scrittore si è allenato al grande balzo scrivendo romanzi, nei fine settimana e alla sera, con l’utilizzo di vari pseudonimi: Simon Myles, Bernard L. Ross, Zachary Stone e Martin Martinsen. Altre curiosità potrebbero essere quelle che per qualche anno ha lavorato come giornalista dell’Evening News e che adora Shakespeare, tanto che è possibile incontrarlo alle rappresentazioni tenute dalla Royal Shakespeare Company di Londra. Scriviamo inoltre che adora la musica e che suona il basso in una band dal nome “Damn Right I Got the Blues”.
Potremmo segnalare che ha abitato nel Surrey, ma anche in Costa Azzurra e che adesso privilegia Londra e lo Hertfordshire,
In più mettiamo che si è sposato diverse volte e che al momento vive con Barbara Broer, deputato del Parlamento nelle file dei laburisti.
Insomma uno scrittore al top delle vendite e pieno di particolari curiosi, dotato tuttavia di una notevole modestia. Ai tempi del successo de “La cruna dell’ago” affermò di essere piuttosto rozzo e grezzo nello stile della sua narrativa troppo giornalistica e che doveva migliorare parecchio. Comunque, la sicurezza in sé non ha mai latitato perché già allora aveva l’ambizioso progetto di pubblicare un best seller all’anno.




STEPHEN KING


Bijou era il nome di una sala cinematografica di Bangor, una tranquilla cittadina del Maine dove non succedeva nulla o quasi. Una sala cinematografica che un giovane Stephen King era solito frequentare per assistere a decine di pellicole horror, fantascientifiche, noir e western. Un King ventiduenne, trasandato come un hippie e con la barba incolta già segnata da qualche pelo grigio dovuto alle troppe sigarette fumate, ma già allora con un immaginario fantastico nella mente che lo avrebbe trasformato nel più grande narratore di incubi del nostro tempo.
Fu proprio in questa sala fumosa e per l’occasione semideserta, comunque, che lo scrittore, seduto in poltrona, scoprì lo scenario west assurdamente maestoso de “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone.
Una visione che gli provocò uno shock.
Il film scatenò la fervida fantasia dell’aspirante scrittore, al punto da fargli frullare un’idea bizzarra e originale nel cervello: unire in un'unica trama generi diversi come il fantasy magico di Tolkien (in quel periodo stava leggendo “Il Signore degli Anelli”) e lo spaghetti western minimalistico di Leone.
Un sogno che è riuscito a coronare qualche anno dopo, con il progetto della celebre saga.


KAFKA

Per consolare una bambina che aveva perduto la sua bambola, scrisse una ventina di lettere a nome della
bambola, nelle quali la bambola stessa spiegava che se ne era andata per visitare il mondo e vivere la propria vita.


Kafka, di indole malinconica e triste, aveva uno strano rapporto con il cibo: per mantenersi fisicamente puro e sentirsi più in sintonia con la natura, egli si imponeva rigorosi digiuni, cercava di non mangiare carne e non beveva alcolici.
Al rigido regime alimentare, l’artista aggiungeva la pratica di diversi sport, tra cui nuoto, corsa e ginnastica a corpo libero, il che finì per renderlo spaventosamente magro e spigoloso, al punto che lui stesso affermava: “Sono l’essere umano più magro che conosca”.
Le privazioni cui Kafka si sottoponeva a tavola, lo conducevano ad una inevitabile attrazione (e forse invidia) nei confronti delle persone che mangiavano con gusto; nella sua produzione letteraria, non a caso, si trovano oltre 500 citazioni di cibi.


Che ne pensate di queste curiosità? Le conoscevate? 
^^ sul web ne potete trovare di tutti i colori!


8 commenti:

  1. Dolcissima la prima curiosità su Kafka, potrei rivalutare il personaggio! La metamorfosi mi è sempre stata un po' indigesta :/ e da lì la mia avversione per Kafka.

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  2. non ne conoscevo ed è interessante "sbirciare" nelle vite di questi autori!!! :))

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  3. Davvero interessante!! :D Non conoscevo nessuna di queste curiosità!! :)

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  4. Quella di Kafka che scrive alla bambina è dolcissima *w*

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  5. Ohhh *__* che bel post!!! adesso so molte più cose su questi autori!!

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  6. Bellissimo questo post! Conoscevo solo la curiosità su King, le altre sono state tutte delle scoperte. La torretta di Hemingway mi ispira tantissimo, mi piacerebbe averne una per rifugiarmi lì a leggere e scrivere!

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