mercoledì 15 ottobre 2014

A distopic World

Il termine utopia, desunto probabilmente per la prima volta dall'omonimo libro di Tommaso Moro, simboleggia la rappresentazione, ai livelli massimi di perfezione, di un luogo al contempo irreale e irraggiungibile, nonché qualsiasi tipologia di società o pensiero caratterizzato da valore intrinseco e desiderabilità. Al contrario, distopica viene definita quella realtà le cui caratteristiche costitutive sono estremizzate in senso negativo al punto da renderla aberrante e indesiderabile a causa delle condizioni di vita miserabili, della soppressione dell'individualità e della libertà della persona, della emancipazione di fenomeni quali la persecuzione, la violenza, la discriminazione: una visione apocalittica in cui piomba l'umanità. Il mondo distopico, seppure lontano spazialmente e cronologicamente dal nostro, invita il lettore a riflettere su quanto sia effettivamente grande la distanza, su quali meccanismi sociali vigenti siano assimilabili a quelli descritti, su quali azioni o decisioni potrebbero portarci a un tale stato di degrado e miseria. La distopia è quindi un luogo infelice che esiste e che ha perso le caratteristiche che lo spazio umano aveva in principio, è una società opprimente e rinchiusa in se stessa sotto il controllo di un qualche tipo di stato, istituzione o governo autoritario. Le distopie letterarie sono infatti frutto dell’immaginazione di scrittori che hanno  saputo cogliere quegli elementi della realtà attorno a loro che ritenevano potenzialmente pericolosi  per l’equilibrio della società, e sono riusciti a fonderli assieme alle proprie paure e suggestioni per  immortalare la propria visione distopica sulle pagine di quei romanzi entrati a far parte del patrimonio letterario mondiale: il genere distopico ha quindi un carattere militante, è una critica sociale, anti-totalitaria e anti-repressiva.  Che siano un campanello d'allarme sul nostro futuro? 

Generalmente la distopia viene indicata come un sotto-genere della letteratura fantascientifica. Il racconto è ambientato in un futuro prossimo e con scenari post-apocalittici, sotto il giogo di un regime totalitario o con la combinazione di entrambi. Mentre l'utopia indicava un cammino da seguire, una serie di norma che se si fossero seguite avrebbero risolto i mali del presente, la distopia invece si concentra sulla caratteristiche negative deformando la realtà e mettendo al centro dell'attenzione un pericolo, una deviazione che potrebbe avere conseguenze nefaste. Per tutti gli scrittori, passati e contemporanei, il punto di partenza rimarrà sempre lo stesso: rispecchiare la realtà contemporanea, attraverso un'immagine alterata di essa. Le principali caratteristiche dei romanzi dispotici sono:

  • Rendere visibili le imperfezioni del presente attraverso la descrizione di un futuro non più imbevuto di un progresso benevolo, in cui la scienza non regala più abbastanza, in cui la tecnologia è un'arma nelle mani dei potenti che la impiegano per il controllo poliziesco della popolazione. Si tratta di una denuncia non nei confronti del progresso stesso, ma nei confronti della sua deviazione e alterato scopo.
  • La società vive in parte sottomessa dal regime del terrore, in parte è società di massa, omologata e conformista. 
  • La propaganda di regime, messa in atto mediante il controllo totale dei mezzi di comunicazione, convince la popolazione che il mondo in cui vive è il migliore. Non c'è bisogno quindi di nessun cambiamento, di nessun evento dinamico. 
  • L'individualità viene considerata un valore negativo e viene soppressa insieme alla sfera privata e emotiva. Tutti sono continuamente sorvegliati. Non c'è spazio per una mente libera.
  • Il protagonista è spesso il libero pensatore che deve sfidare l'intero sistema, un classico eroe titanico costretto a lottare contro tutto e tutti. Di conseguenza l'intero romanzo appare percorso dalla sua solitudine, dalla sua rabbia, dalla sua voglia di sfida e lotta, dalla sua nostalgica disperazione.


Noi: Evgenij Zamjatin

Tratte dalla lettera che Evgenij Zamjatin (1884-1937) spedì a Stalin nel 1931 nel tentativo di vedersi commutata in esilio quella "privazione della possibilità di scrivere" che pesava sul suo animo come una "pena di morte", queste parole sono la testimonianza della dura censura che colpì "Noi", l'avveniristico e lungimirante atto d'accusa contro la spietata e progressiva diffusione del taylorismo nella società sovietica e la morsa totalitaria in cui la Russia sarebbe rimasta strangolata sotto il regime di Stalin. Nella città di vetro e di acciaio dello Stato Unico gli individui sono ridotti a numeri e vivono nel rigoroso rispetto dell'autorità del Benefattore, garante assoluto di una felicità "matematicamente" calcolata. Non esistono né vita privata né intimità. Le pareti degli edifici sono trasparenti, e anche il tempo dell'amore è scandito da orari e modalità rigorose. Scritto in forma di diario tenuto dal costruttore di una macchina spaziale, l'Integrale elettrico, che avrebbe il compito di esportare in tutto l'universo "il benefico giogo della ragione", "Noi" incarna una delle più sofisticate e lucide anti-utopie della letteratura novecentesca.



1984: George Orwell

L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Una società fortemente gerarchica, un regime propagandista che si serve della tecnologia per controllare ogni singolo membro della società, un sistema penale violento che persegue l’eliminazione di ogni dissenso, la riscrittura continua della storia e della memoria, l’incitamento all’odio verso ciò che è esterno o diverso e il conseguente, assoluto conformismo.



Il Mondo Nuovo:Aldous Huxley
In un mondo dove sesso libero (anche tra minori!) e consumo di droghe sono tollerati e incoraggiati, dove le persone vengono geneticamente modificate e selezionate alla nascita, alcuni personaggi cercheranno di vivere secondo le loro idee rimanendo però disadattati e infelici.Il libro anticipa temi quali lo sviluppo delle tecnologie della riproduzione, l'eugenetica e il controllo mentale, usati per forgiare un nuovo modello di società. Il mondo che vi è descritto potrebbe essere un'auspicabile utopia ovvero un drammatico limbo esistenziale. Nei fatti il ritratto che ne fa l'autore è distaccato, sebbene a volte traspaia velatamente una cinica esaltazione degli aspetti grotteschi delle varie vicende; più spesso il narratore appare tuttavia interiormente rattristato dalla scena da lui descritta, ed è forse proprio questo il motivo per cui a volte indugia forzatamente negli improvvisi aspetti grotteschi del dramma.





Fahrenheit 451: Ray Bradbury

In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più conosciuto del celebre scrittore americano di fantascienza.





Il signore delle mosche di William Golding

Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana.


Questi sono soltanto alcuni dei romanzi distopici che si sono imposti nel panorama letterario mondiale in passato, mentre adesso stanno emergendo nuove story-line quali Hunger Games, Divergent, The giver. 

  


Cosa ne pensate di questo genere letterario? 
Dei romanzi nati nel '900 e di quelli attuali?

1 commento:

  1. Un articolo davvero interessante, complimenti! 1984, Il mondo nuovo e Fahreneit 451 devo leggerli prima o poi!

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