giovedì 8 gennaio 2015

"Camelot continuerà a vivere": Re Artù e la Tavola Rotonda

A partire dalla seconda metà del secolo XII in Francia, sempre in lingua d'oil, ma ampiamente influenzate dai temi amorosi tipici della lirica provenzale, si diffondono opere cavalleresche che si collocano a metà strada fra il genere epico e quello amoroso, le quali pongono sempre al centro la figura del cavaliere cristiano, caratterizzato da forza fisica, coraggio, senso dell'onore, fedeltà alle gerarchie ecclesiastiche e feudali, ma sono connotate anche dalla marcata presenza di elementi magici e fantastici. Le trame delle opere del ciclo bretone si differenziano da quelle delle chansons de geste perché il cavaliere protagonista nella narrazione si batte più per elevarsi spiritualmente che per combattere nemici, in uno sfondo privo di determinazioni storiche e concrete, anzi spesso in scenari fiabeschi che si ricollegano a elementi leggendari delle tradizioni celtiche, da cui in parte deriva la materia dei poemi. Alle origini dei poemi e dei romanzi che narrano le imprese di re Artù e dei suoi cavalieri sta l'Historia regum Britanniae (Storia dei re della Bretagna) scritta, fra il 1135 e il 1137, da un chierico inglese, Goffredo di Monmouth nei cui testi appare per la prima volta la leggendaria figura di re Artù (nonostante infatti una piccola scuola di pensiero ipotizzi la reale esistenza di re Artù, la maggior parte degli studiosi conviene nel ritenerlo semplicemente un personaggio leggendario e mitico), marito della bella e infedele Ginevra, grande guerriero che estende le sue conquiste dal Baltico a Roma, aiutato dagli incantesimi del mago Merlino e dai valorosi cavalieri che usano riunirsi attorno alla Tavola Rotonda collocata nella reggia del sovrano. Tuttavia la figura di Artù compare già precedentemente in alcuni testi come alcuni poemi di Taliesin, che sono presumibilmente risalenti alla prima metà del 500:  "The Chair of the Sovereign" (che ricorda un Artù ferito), "Preiddeu Annwn" ("I Tesori di Annwn") che cita "il valore di Artù", "Viaggio a Deganwy" che contiene il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti/conviti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare". Un'altra citazione è nell'Historia Brittonum, attribuita al monaco gallese Nennio, che forse scrisse questo compendio dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa in cui Artù è descritto come un "comandante di battaglie", piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo, addirittura 960 avversari.  Il ciclo Arturiano ha come sfondo geografico un'isola imprecisata chiamata Avalon, un tempo considerata solo un parto della fantasia degli autori di saghe e leggende e tradizionalmente associata con il magico modo ultraterreno. Avalon è considerata la dimora dei tre incantatori cardine del ciclo arturiano: Viviana, la dama del lago e custode di Excalibur; Merlino il mago, o il taliesin (questo nome è spesso inteso all'interno della saga arturiana come titolo onorifico per un bardo), colui che ha donato la spada a Uther di Pendragon il padre del futuro Re Artù; Morgana la fata, figlia di Igraine e sorellastra di Artù, e madre di Mordred il cavaliere rinnegato che metterà fine alla vita del grande sovrano. L'isola è perennemente circondata dalle nebbie ed è impossibile trovarla oppure raggiungerla a meno che gli abitanti dell'isola non "aprano le nebbie" permettendo alle persone di approdare all'isola. L'isola è raggiungibile solo tramite una barca; in alcune leggende si dice senza rematori, in altre con esseri non umani che la conducono. Avalon è considerata  l'ultima dimora delle spoglie terrene di Artù: la leggenda infatti vuole che dopo che il re venne ferito da Mordred durante una battaglia, abbia chiesto ai cavalieri ancora fedeli di gettare Excalibur nel lago da cui Uther suo padre l'aveva tratta. Quando i cavalieri tornarono videro una barca che, trasportando il corpo in fin di vita di Artù, veniva avvolta dalle nebbie. Altro ambiente principale nella narrazione è Camelot, la città dove risiedevano Artù e il suo seguito di cavalieri. Artù era figlio di Uther Pendragon, sommo re di Britannia. Tenuto nascosto durante l'infanzia, fu improvvisamente presentato al popolo come re secondo i disegni del druido Merlino. Durante il suo regno si riunì a corte una grande compagnia di cavalieri, che, per evitare i problemi di precedenza dovuta al lignaggio, il sovrano faceva sedere a una tavola rotonda. 

Dal punto di vista esoterico i Cavalieri della Tavola Rotonda rappresentano la ricerca umana della Luce, della purezza, della redenzione nella giustizia e nel coraggio in difesa dei più deboli. Ginevra fu figlia di un nobile romano e sposa di Artu nonché amante di Lancelot, complice del complotto di Mordred contro Artu. Morgan Le Fay (Morgana), personaggio direttamente derivato dalle divinità Morrighan, Macha e Modron (la grande madre celtica) compare per la prima volta nella Vita Merlini di Geoffrey; fa parte di un gruppo di nove fate (a loro volta di tradizione celtica) che vivono ad Avalon; figlia di Igraine, aiuta Artù a guarire dalle sue mortali ferite. Nelle narrazioni successive Morgana scoprendo di essere la sorellastra di Re Artù, per causa del sortilegio di Merlino, decide di vendicarsi su di lui, si trasforma in Ginevra e con lui concepisce Mordred, il cavaliere rinnegato che metterà fine alla vita del grande sovrano. Morgana inizia ad assumere connotati sempre più negativi, fino a diventare l'implacabile nemica del sovrano, di Merlino e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. La Dama del Lago ha assunto nel tempo vari aspetti: da colei che fornì la spada Excalibur ad Artù, la donna che allevò Lancillotto (in seguito chiamato Lancillotto del lago) fino a diventare insieme a Morgana l'acerrima nemica di Merlino, colei che ne causerà la rovina. L'immagine di questo personaggio si presenta in un primo tempo velata di mistero ma di natura benevola mentre in seguito il suo carattere comincerà a delinearsi facendole prendere forma di creatura malvagia. Merlino Ambrosio (o Merlino Celidonio, a seconda dei testi), nacque nel villaggio di Carmarthen, nel Galles meridionale. Figlio di un diavolo incubo e di una vergine, dopo la morte dell’usurpatore Vortigern diventa il consigliere e il protettore dei legittimi re di Britannia, innalza per loro il monumento megalitico di Stonehenge, acquisisce poteri magici grazie ai quali favorisce la nascita di Artù, costruisce la Tavola Rotonda ed intercede presso la “Signora del Lago” per dotare il suo Re di Excalibur, la spada invincibile. Lancillotto viene rapito ancora fanciullo dalla Dama del Lago, ed allevato nel suo regno incantato; giunto all’adolescenza chiede ed ottiene di recarsi alla corte di Artù per esservi nominato cavaliere. È generoso e leale, imbattibile e cavalleresco, gloria della Tavola Rotonda e profondamente devoto ad Artù, eppure sarà la causa principale della rovina dell’intero sodalizio, a causa del suo amore adulterino per Ginevra, moglie del re.

Infine vi presentiamo un libro, edito Mondadori, per approfondire le avventure di re Artù:

I romanzi della Tavola Rotonda ripropongono il mito del Graal e le mirabili avventure di Artù e dei suoi cavalieri. Questa narrazione si ispira fedelmente ai testi originali in francese antico del ciclo bretone, del XII e XIII secolo, soprattutto alla vasta compilazione in prosa 'Lancelot-Graal'.




Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...