venerdì 5 gennaio 2018

Recensione: Umami

Cari lettori, buon pomeriggio! Oggi doppio post, voglio infatti lasciarvi la mia recensione di un libro molto particolare e ahimé ancora poco conosciuto. Umami di Laia Jufresa è un libro molto interessante, che ci svela parte della quotidianità messicana e che è riuscito a conquistarsi un posticino nel mio cuore. Ma non voglio svelarvi altro, trovate tutto nella recensione...
Ringrazio la SUR edizione per questa nuova collaborazione e per avermi fatto dono di questa meraviglia!

UMAMI
SUR edizioni | 250 pp. | €16,50
Nel corso dell’afosa estate di Città del Messico, mentre Ana è intenta ad allestire il suo orticello, scopriamo le storie dei suoi vicini, tra segreti e non detti che solo poco a poco ci permettono di completare il puzzle della narrazione. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n’è andata? Com’è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i deliziosi personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai.
Con una scrittura delicata e mai banale, Laia Jufresa racconta una storia di innocenza e perdita, ma anche di crescita e ritorno alla vita, che nella stessa pagina riesce a farci ridere, commuovere, e sorridere ancora.


umamiu·mà·mi/sostantivo maschileUno dei sapori fondamentali (come l’amaro, il dolce, il salato, l’acido) per il quale viene preso a prototipo quello del glutammato di sodio. 
 
Umami, parola poco conosciuta, è uno dei sapori che riusciamo a percepire durante i pasti. Difficile da definire e difficile da spiegare, visto che tutt’ora si sta cercando di studiare bene i canali deputati alla sua percezione. Ma l’umami diventa quasi più comprensibile leggendo questo libro.
Umami non è solo il titolo del libro scritto dalla bravissima Laia Jufresa, ma è anche l’abitazione di uno dei protagonisti. Insieme a dolce, salato, amaro e acido, umami è infatti una delle case che compongono un complesso residenziale in cui vivono famiglie diverse, ognuna con una propria storia e un passato più o meno complesso. Laia Jufresa lascia la narrazione nelle mani di vari personaggi, che con il passare degli anni ci descrivono la loro vita, non solo familiare ma anche il rapporto con gli altri abitanti del complesso residenziale. Impareremo a conoscere la piccola Ana, impegnata a creare la sua milpa, e la sua famiglia ancora distrutta dalla perdita di uno dei componenti; il vecchio Alfonso, creatore del complesso residenziale e ormai vedevo. Loro sono solo una parte dei narratori di Umami, ma secondo me i più importanti o almeno sono quelli con cui più sono entrata in sintonia, che sono riusciti ad emozionarmi per la loro semplicità e i loro sorrisi forzati, dietro i quali si cela una profonda tristezza.
Umami infatti è un romanzo fatto di mancanze, in cui ogni personaggio ha perso qualcosa o qualcuno durante la vita e non sempre quel vuoto può essere riempito, ma l’importante è provarci e trovare qualcosa che ti tenga occupato. Umami è stato anche definito un romanzo intimo e condivido assolutamente, perché leggendo si ha la continua percezione di essere i confidenti dei protagonisti. Il lettore conoscerà le emozioni più profonde di ognuno di loro.


Tra le pagine di Umami non troverete solo delle storie, ma assaporerete davvero il gusto di ogni pagina. Leggere questo libro è come cibarsi di emozioni velate e di cui è intriso l’intero libro. 
Con un’ambientazione calorosa e ospitale come il Messico e con uno stile narrativo in continua evoluzione (in base al personaggio che narra) Umami si è aggiudicato un posto nel mio cuore. Penso che questo sia uno di quei libri che ti riscalda il cuore con la sua storia, ma soprattutto per i suoi personaggi.  





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